Rivista Orizzonti del Diritto CommercialeISSN 2282-667X
G. Giappichelli Editore

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L'evoluzione e il ruolo dell'informazione non finanziaria fra doveri informativi e obblighi gestori (di Matteo Rescigno, Professore ordinario di diritto commerciale, Università degli Studi di Milano)


Il saggio ripercorre l’evoluzione della disciplina dell’informazione non finanziaria, evidenziando il passaggio alla informativa di sostenibilità. In particolare, si sottolinea che l’evoluzione normativa in materia sembra orientarsi verso un passaggio qualitativo in ordine ai doveri degli amministratori in tema di sostenibilità di impresa, che ai doveri informativi affianca obblighi gestori coerenti con i principi di sostenibilità.

The evolution and role of non-financial information between disclosure duties and management obligations

The article traces the evolution of the regulation of non-financial information, highlighting the transition to sustainability disclosure. In particular, it is emphasised that the regulatory evolution on the subject seems to be moving towards a qualitative shift with regard to directors' duties on corporate sustainability, which places management obligations consistent with sustainability principles alongside disclosure duties.

Prima di esporre le mie brevi ma noiose considerazioni sul tema, vorrei riprendere una risalente citazione che avevo già ricordato molti anni fa, quando con gli amici della Associazione Preite mi ero occupato di informazione in relazione alla disciplina della società aperta – diremmo oggi informazione finanziaria – e che mi sembra ancora più pertinente oggi trattando della informazione non finanziaria, e più ancora della informativa di sostenibilità: “profani bene informati sono la base di una società sana”. La citazione proviene da uno dei massimi pensatori e scandagliatori dell’animo umano del secolo scorso: Charles M. Schulz, ed è pronunciata da Linus, il personaggio che non abbandonava mai la sua coperta, rifugio per i suoi timori. Oggi il legislatore comunitario (ma direi globale) ha bisogno di una coperta assai più capace di quella di Linus a fronte dei temi e dei problemi che è chiamato a regolare. L’acronimo ESG che accompagna da qualche anno le riflessioni del giurista pone di fronte al legislatore e alle imprese (finanziarie e non) un rilevante sforzo per rispondere a quesiti che interrogano i timori del mondo. L’emergenza climatica, l’accesso sostenibile alle risorse primarie, le gravi disuguaglianze e lo sfruttamento del lavoro nei paesi più poveri sono i temi che non smettono e non devono smettere di interrogare le regole dell’esercizio dell’im­presa e i pur “poverissimi mezzi” del giurista. E che però io credo assolva ad una funzione “nobile” dello studioso del diritto commerciale nel momento in cui si affatica nel ritrovare il punto di equilibrio fra esercizio dell’attività di impresa e la sua sostenibilità, nei termini in cui questo principio viene ormai da tempo, faticosamente elaborato in vari luoghi del diritto affrontando temi di rilevanza non solo economica, ma anche e per molti versi, sociale. È in questo ambito generale che si colloca il tema del mio intervento sul “caso dell’informazione non finanziaria”.

A tal fine credo non sia inutile ripercorrere l’evoluzione della disciplina comunitaria (e nazionale) dell’informazione non finanziaria fra il 2013 al 2023.

Partiamo dalla direttiva n. 2014/95/UE (c.d. NFRD). Essa, sin dall’inizio dei considerando, indica quale suo antecedente diretto le risoluzioni del 6 febbraio 2013 sulla «Responsabilità sociale delle imprese: comportamento commerciale trasparente e responsabile e crescita sostenibile» e sulla «Responsabilità sociale delle imprese: promuovere gli interessi della società e un cammino verso una ripresa sostenibile e inclusiva». Dunque, si conferma che la CSR è la fonte ispiratrice [continua..]

Fascicolo 3 - 2023