Rivista Orizzonti del Diritto CommercialeISSN 2282-667X
G. Giappichelli Editore

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Note di lettura: Il senso della mediazione dei conflitti. Tra diritto, filosofia e teologia, a cura di Maria Martello (di Vincenzo Di Cataldo, Professore ordinario di diritto commerciale, Università degli Studi di Catania)


Il libro curato da Maria Martello raccoglie vari saggi di particolare ricchezza in tema di mediazione, a firma di Autori che hanno già in passato scritto o parlato su questo tema e ne hanno anche esperienza operativa. Tutti sottolineano che lo sviluppo della mediazione, cioè della capacità delle parti di porre fine a vertenze senza ricorrere al giudice, non sarebbe solo un passo importante per il sistema della giustizia civile, ma sarebbe anche un fattore notevole di miglioramento della nostra collettività. Tutti segnalano, peraltro, che la mediazione è operazione difficile e complicata, che esige nel mediatore doti e capacità non comuni. La recensione fa presente, infine, che lo sviluppo della mediazione può avere esiti significativi nel settore delle liti societarie, la cui struttura, coinvolgendo di solito non un solo “affare”, ma anche dissapori pregressi e prospettive future, spesso non si presta ad una decisione del giudice che porti davvero alla chiusura della controversia.

A review on Maria Martello (edited by), Il senso della mediazione dei conflitti. Tra diritto, filosofia e teologia

The book edited by Maria Martello collects various essays on mediation, written by Authors which have already published on this topic. They all underline that a good development of mediation would be not only an important step for the civil litigation system, but also a key factor for the improvement of our society. They all signal, also, that mediation is a difficult and complicated operation, asking for mediators rich in talents and skills. The review points out that a good development of mediation can be of special interest for litigation in the field of companies and corporations law, the structure of which, usually involving not just one ‘affair’, but also past disagreements and future prospects, often does not lend itself to a court decision that truly brings closure to the dispute.

“Il senso della mediazione e dei conflitti” è il titolo di una bella raccolta di saggi curata da Maria Martello per i tipi di Giappichelli, uscita ad inizio di questo anno 2024.

Maria Martello, formatrice filosofica e psicologa, già giudice onorario presso la Corte d’Appello di Milano, si occupa da tempo di mediazione. Negli ultimi anni ha partecipato attivamente a varie iniziative in tema di mediazione organizzate da Università, Magistratura, Avvocatura, organismi della società civile di varia struttura e colore, è intervenuta a molti convegni su questo tema, ha pubblicato vari saggi. Questa ultima raccolta si segnala sia per la presenza di quattro scritti dovuti interamente alla sua penna, sia per la partecipazione di Autori di diverse professionalità ed esperienze, indicate in chiusura del libro con poche parole, che avrebbero forse meritato qualche cenno in più: giudici, come Luciana Breggia, giuristi teorici, come Roberto Bartoli, filosofi del diritto, come Tommaso Greco, biblisti e teologi, come Letizia Tomassone e Pietro Bovati. Si segnala altresì perché ciascuno di questi Autori interviene non per la prima volta su questo tema; al contrario, tutti loro hanno già avuto occasione nel passato recente di proporre al lettore e/o all’ascoltatore riflessioni e contributi di assoluto interesse.

Questa raccolta ripropone la comune convinzione degli Autori secondo la quale uno sviluppo serio della mediazione rappresenterebbe un passo importante del nostro sistema giustizia. Ma tra le righe emerge con chiarezza e rigore una convinzione più profonda, e più impegnativa, secondo la quale lo sviluppo della mediazione non darebbe solo una spinta al sistema giustizia in direzione di una migliore capacità di soluzione dei conflitti; darebbe anche un contributo forte al miglioramento della nostra collettività e di ciascuna individualità che con esso venga a contatto.

Questa idea era già presente, ma un po’ in ombra, in alcuni dei precedenti interventi di alcuni degli Autori di questo volume. Ma ora è presente in termini più netti e più decisi. Non si tratta di una idea comunemente recepita, e neppure di una idea già esposta compiutamente in passato, almeno nella letteratura giuridica. La mediazione è stata vista dai giuristi, all’interno del mondo variegato delle ADR (Alternative Dispute Resolutions), come strumento deflattivo della giustizia (soprattutto, ma non solo) civile, e/o come meccanismo decisorio di vertenze interprivate capace di reperire soluzioni di esse valutabili come migliori, o più adeguate, di quelle che ad esse darebbe il giudice. È stata vista, insomma, come uno strumento tecnico che potrebbe utilmente concorrere a risolvere la c.d. crisi della giustizia. La mediazione viene ora presentata, per la prima [continua..]